Discover the best top things to do in Poggiardo, Italy including Mulino Maggio, Museo Archeologico della Civilta Messapica, Poggiardo, Torre dell'Orologio, Cripta di Santa Maria Degli Angeli, Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Parco dei Guerrieri di Vaste, Chiesa di San Salvatore, Polpetta Festival, Castello Duca Guarini.
Restaurants in Poggiardo
5.0 based on 2 reviews
We have a secular StoneMill, maybe is the last in Puglia region. Furthermore we are custodians of ancient grains. Also we collaborate with the "National Research Council" andwith the Univeristy to rediscover this old type of grain
4.5 based on 15 reviews
Il Museo Archeologico di Vaste è ospitato nel Palazzo Baronale in Piazza Dante, una residenza edificata e rimaneggiata in più fasi tra il XIV ed il XVIII secolo. Il visitatore è accolto da una gigantografia che rappresenta la cinta muraria di IV-III sec. a.C. della città messapica di Vaste, mentre a sinistra si possono ammirare due vasi provenienti dalla necropoli dell’abitato del IV sec. a.C.: un cratere a figure rosse del Pittore di Vaste e una trozzella. Di fronte all’ingresso si apre la prima sala, allestita con la ricostruzione in legno a grandezza naturale di una parte dell’Ipogeo delle Cariatidi. Da qui, si accede a una sorta di camera sepolcrale in cui sono allestite due tombe rinvenute nel corso degli scavi condotti nel 1985 dall’Università di Lecce: la “Tomba del Cavaliere” (ca. 430 a.C.) e la “Tomba dell’Atleta” (inizi IV sec. a.C.). La sala successiva è dedicata all’esposizione dei cippi monolitici in pietra leccese di età arcaica, con l’esatta ricostruzione del contesto
4.0 based on 6 reviews
L’obliterazione dell’originario sito di «S. Maria de la Grotta» avvenne per volontà del vescovo di Castro, Giorgio Rosa, tra il 1521 e il 1530, per motivi o circostanze a noi ignote. Bisognerà attendere il 1929 per la definitiva ri-scoperta della cripta di Santa Maria degli Angeli e della sua decorazione pittorica che fin da subito rivelò la devastante precarietà dello stato di conservazione in cui versava, segnata inesorabilmente dai numerosi danni causati soprattutto dalle forti infiltrazioni di acqua e umidità. Nonostante alcuni interventi-tampone effettuati nel corso dei successivi venticinque anni, nel 1955 Cesare Brandi, Direttore dell’Istituto Centrale del Restauro di Roma, decise la definitiva asportazione a massello delle pitture murali, pena la loro totale perdita a causa delle muffe e delle avanzate incrostazioni di carbonato. I pannelli recuperati dall’operazione di distacco furono restaurati presso i laboratori romani dell’illustre istituto.
3.5 based on 24 reviews
ThingsTodoPost © 2018 - 2024 All rights reserved.